La guida di Francesca

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Visite turistiche

La Cattedrale di Santa Maria Assunta è la più grande chiesa cattedrale dell’isola e il principale luogo di culto della città. Fondata al trasferimento della capitale del regno da Tharros a Oristano Sorge in una zona sopraelevata ai margini dell’originario abitato altomedievale di Oristano. Le campagne di scavo archeologico intorno agli anni ottanta hanno rivelato una frequentazione dell’area a partire dal V secolo, periodo in cui l’Isola è stata interessata dall’invasione vandala. Tra il VI e il VII secolo, un vasto settore viene impiegato come cimitero pertinente una piccola chiesa in forma di croce. Secondo i documenti risalenti al XII secolo, la chiesa intitolata a San Michele Arcangelo. Ai piedi del sagrato una struttura preserva alcune sepolture rimesse in luce nel corso degli scavi di emergenza del 1987. Nelle adiacenze si trova il Museo Diocesano Arborense che copre una superficie di 1300 mq con tre ampie sale articolate su tre livelli, tra i giardini dell’Episcopio e il Seminario Arcivescovile.
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Cattedrale di Santa Maria Assunta
1 Via Duomo
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La Cattedrale di Santa Maria Assunta è la più grande chiesa cattedrale dell’isola e il principale luogo di culto della città. Fondata al trasferimento della capitale del regno da Tharros a Oristano Sorge in una zona sopraelevata ai margini dell’originario abitato altomedievale di Oristano. Le campagne di scavo archeologico intorno agli anni ottanta hanno rivelato una frequentazione dell’area a partire dal V secolo, periodo in cui l’Isola è stata interessata dall’invasione vandala. Tra il VI e il VII secolo, un vasto settore viene impiegato come cimitero pertinente una piccola chiesa in forma di croce. Secondo i documenti risalenti al XII secolo, la chiesa intitolata a San Michele Arcangelo. Ai piedi del sagrato una struttura preserva alcune sepolture rimesse in luce nel corso degli scavi di emergenza del 1987. Nelle adiacenze si trova il Museo Diocesano Arborense che copre una superficie di 1300 mq con tre ampie sale articolate su tre livelli, tra i giardini dell’Episcopio e il Seminario Arcivescovile.
La Torre di San Cristoforo, o di Mariano II è senza dubbio l’elemento più significativo tra i pochi residui della cinta muraria costruita dal giudice Arborense Mariano II alla fine del XIII secolo. Ancora oggi è visibile nelle pareti laterali della torre l’innesto delle antiche mura, rappresentate graficamente da una segnaletica orizzontale sul suolo urbano. L’accesso alla torre e alla città era dotato, presumibilmente, di un ponte levatoio ed era difeso da un piombatoio e da un doppio sistema di chiusura. L’impianto architettonico si compone di due volumi sovrapposti, entrambi a pianta quadrata: il primo, alto 19 metri è sovrastato da merli guelfi per ogni lato. Vi si aprivano due porte che lo mettevano in collegamento con il camminamento di ronda della muraglia, si presentano inoltre due feritoie sui prospetti laterali. Altre tre feritoie si aprono al secondo piano. Il terzo piano costituisce, infine, la base per una torretta alta quasi 10 metri, a base quadrata.
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Tower of Mariano II
Piazza Roma
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La Torre di San Cristoforo, o di Mariano II è senza dubbio l’elemento più significativo tra i pochi residui della cinta muraria costruita dal giudice Arborense Mariano II alla fine del XIII secolo. Ancora oggi è visibile nelle pareti laterali della torre l’innesto delle antiche mura, rappresentate graficamente da una segnaletica orizzontale sul suolo urbano. L’accesso alla torre e alla città era dotato, presumibilmente, di un ponte levatoio ed era difeso da un piombatoio e da un doppio sistema di chiusura. L’impianto architettonico si compone di due volumi sovrapposti, entrambi a pianta quadrata: il primo, alto 19 metri è sovrastato da merli guelfi per ogni lato. Vi si aprivano due porte che lo mettevano in collegamento con il camminamento di ronda della muraglia, si presentano inoltre due feritoie sui prospetti laterali. Altre tre feritoie si aprono al secondo piano. Il terzo piano costituisce, infine, la base per una torretta alta quasi 10 metri, a base quadrata.
L’Antiquarium Arborense custodisce reperti che abbracciano un ampio arco temporale che va dall’età preistorica fino a quella medievale. Il percorso museale è ideato su tre piani. Il piano inferiore è dedicato alle mostre temporanee, mentre quello superiore, nella prima sezione, sono esposti i reperti preistorici e nuragici provenienti dalla penisola del Sinis: strumenti litici in ossidiana e selce, manufatti ceramici di uso quotidiano e rituale, puntali di lancia e faretrine votive in bronzo. La seconda sezione ospita le urne cinerarie e corredi tombali fenici e punici (secoli VII-III a. C) pervenuti nell’antica città di Tharros, uno degli scali commerciali più importanti del Mediterraneo. Segue la terza sezione con i materiali di età romana, paleocristiana e altomedievale (secoli II a. C -VII d. C) come lucerne, vasellame da mensa, anfore urne cinerarie e unguentari. È uno dei pochi musei in Sardegna a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti. Attualmente la collezione archeologica è arricchita da tre mostre temporanee
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Museo Archeologico e Storico Artistico "Antiquarium Arborense"
Portico Giovanni Corrias
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L’Antiquarium Arborense custodisce reperti che abbracciano un ampio arco temporale che va dall’età preistorica fino a quella medievale. Il percorso museale è ideato su tre piani. Il piano inferiore è dedicato alle mostre temporanee, mentre quello superiore, nella prima sezione, sono esposti i reperti preistorici e nuragici provenienti dalla penisola del Sinis: strumenti litici in ossidiana e selce, manufatti ceramici di uso quotidiano e rituale, puntali di lancia e faretrine votive in bronzo. La seconda sezione ospita le urne cinerarie e corredi tombali fenici e punici (secoli VII-III a. C) pervenuti nell’antica città di Tharros, uno degli scali commerciali più importanti del Mediterraneo. Segue la terza sezione con i materiali di età romana, paleocristiana e altomedievale (secoli II a. C -VII d. C) come lucerne, vasellame da mensa, anfore urne cinerarie e unguentari. È uno dei pochi musei in Sardegna a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti. Attualmente la collezione archeologica è arricchita da tre mostre temporanee